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venerdì 23 aprile 2010

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giovedì 8 aprile 2010

BASTA GUERRE

LA GUERRA DEVE FINIRE,SUBITO

Tutti vogliamo la pace perché l’uomo è un aessere vivente pacifico: le istruzioni del nostro DNA, come quello degli esseri viventi, sono di conservarsi, riprodursi e morire. Uccidere, prevaricare, violentare, non sono necessità biologiche, ma meccanismi primitivi di difesa nell’ambito di una condizione di insicurezza o di paura. Rap- presentano quindi una deviazione della natura umana. Ma se vogliamo la non violenza e sappiamo che ci fa felici, perché esiste ancora la guerra? Quelle conne- rie la guerre diceva Jacques Prévert, che fesseria, che assurdità. Proprio questa assurdità esprime la splendida raccolta Ombre di Guerra. Fotografie che sollevano il velo, come solo questa forma artistica sa fare, fermando per sempre un attimo di follia.

    IL RACCONTO DI UN REPORTER CHE CI FA CONOSCERE DA VICINO LA BRUTALITA' DELLA GUERRA

Anche se la guerra finisse domani, ci saranno conseguenze per anni.  Non abbiamo bisogno di vedere corpi dilaniati dalle bombe per esprimere le nostre opinione. Ho visto un reportage su una famiglia di Haifa che vive nel terrore di essere colpita dai razzi di Hezbollah. La donna dice di provare pena per quelle vittime innocenti, il marito non è d' accordo e dice freddamente: "nessuna pietà: o loro o noi". L' uomo dev' essere uno di quelli che vogliono sradicare completamente i Palestinesi. La loro teoria è semplice: ucciderli fino all' ultimo.  La conseguenza principale della guerra attualmente in corso sarà la crescita del razzismo e dell' antisemitismo. L' odio guadagnerà ancora terreno e riempirà altri cuori. Da quel momento i Palestinesi non sarebbero più stati un popolo di territori occupati, di umiliati, di deboli che vivono nei campi profughi, senza uno Stato, senza frontiere continue e senza sicurezza, non più un popolo da soccorrere, ma uno Stato armato fino ai denti, politicamente potente, con una solida democrazia, che sarebbe apparso al mondo come un paese vittima del terrorismo e al quale sarebbero stati dati tutti gli appoggi perché "si difenda",. La lotta contro il terrorismo è diventata un alibi indiscutibile. Quella guerra diventa sempre più complicata e sempre più pesante per le popolazioni palestinesi e israeliane. Appena si profila in lontananza una promessa di pace, da una parte o dall' altra arriva una provocazione a silurarla. Come se non ne valesse la pena. Come se la convivenza non fosse più auspicata né dagli uni né dagli altri. Troppe ingiustizie, troppe umiliazioni, troppa intransigenza finiscono per portare tutti alla disperazione. Ma nessuno sa più cosa fare per porre fine a questa tragedia. Israele si difende ma ha fatto un errore attaccando un paese, uno Stato indipendente - il Libano - e distruggendo l' aeroporto civile, bombardando quartieri cittadini e provocando la morte di decine di famiglie. Israele si difende seminando morte senza raggiungere il suo obbiettivo, "annientare gli Hezbollah". Le Nazioni Unite. In Europa, e perfino in Israele, viene organizzata qualche manifestazione di solidarietà con i civili libanesi. Isdraele a scelto la politica del tanto peggio tanto meglio avviata da Sharon e portata avanti da Olmert: favorire la crescita di Hamas e della Jihad islamica per neutralizzare i laici e rifiutare ai Palestinesi la pace che reclamano, vale a dire i negoziati per la pace. Israele non discute con un movimento terrorista e quindi lo combatte, indebolisce Mahmoud Abbas, gli crea difficoltà che tolgano presa e credibilità al suo operato, mette in moto la macchina distruttrice del suo peggior nemico: Hamas. Bombarda Gaza, toglie una parte del governo, isola i campi e apre il fronte di guerra con il Sud del Libano e poi con la periferia di Beirut, bastione di Hezbollah. Dove si parla di resistenza, altri vedono terrorismo.
 I Palestinesi dicono che qualsiasi popolo sottoposto a una simile occupazione non potrà non cercare di resistere e di difendersi. Ma a Gaza e in America la storia non si legge nello stesso modo. I missili su Haifa dimostrano che Israele, malgrado la sua forza, è vulnerabile. Non vincerà la guerra con i bombardamenti, ma vincerà la pace accettando la situazione palestinese e avviando negoziati sinceri. Vincerà la pace accettando le risoluzioni dell' Onu e acquisendo in questo modo il diritto di esigere dal Libano che questo rispetti la risoluzione sul disarmo di Hezbollah. Siamo ancora lontani. è per questo che i due popoli devono essere separati, non dal muro dell' odio, ma da soldati delle Nazioni Unite che impediscano che i razzi finiscano sui civili israeliani e che le bombe cadano sulle popolazioni palestinesi e libanesi. Ma chi oserà intervenire? Chi troverà il coraggio di dire la verità agli uni e agli altri, che la guerra non risolverà nessun problema, che il radicalismo religioso non porterà la pace e che prima o poi quei due popoli vivranno fianco a fianco? è indispensabile che Israele e Palestina si riconoscano a vicenda, perché tutti sono stanchi di questo conflitto che dura da troppo tempo. Forse sono proprio la stanchezza e la disperazione a produrre l' energia e l' eterno ritorno dell' odio. (traduzione di Elda Volterrani)


..." la guerra è nata con l'uomo e morirà con l'uomo"